Viaggio di 3000 km nella parte centro-meridionale della Francia, passando per la Camargue fino alla splendida costa atlantica e tornando attraverso l’Alvernia, la zona dei vulcani spenti e dei pinnacoli di roccia.
5 agosto – 3 settembre 2014
1° giorno
All’andata passiamo da Briancon, anche stavolta saltiamo il Frejus, piuttosto caro se il ritorno non ricade entro la settimana. E poi Briancon è sempre bella e vale una sosta. Andiamo ad Aigues Mortes, splendida cittadina fortificata della Provenza, nella Camargue. La cinta muraria medievale è perfetta, intatta, all’interno il paese è davvero molto commerciale, una piazzetta deliziosa è completamente ricoperta di tavolini con gli ombrelloni. Non resistiamo ai richiami della Cure Gourmande con i suoi biscotti burrosi. Usciti dalle mura c’è un bell’affaccio sulle rosse Saline du Midi. Per il giro sulle mura è troppo tardi…
Riprendiamo la macchina, intorno tanti cavalli bianchi, ancora un assaggio di Camargue.
Nimes. L’albergo, Ibis budget, è molto comodo, con il parcheggio sotterraneo vicino alla stazione, oltre la quale c’è già la città, piccola, vivace, pulita, con i suoi palazzi di pietra bianca e le architetture romane straordinariamente conservate.
2° giorno
Partiamo con la visita di Nimes dall’anfiteatro, dove un’audioguida interessante ne spiega la storia. E’ l’arena (da “rena”, perché ricoperta di sabbia che assorbiva il sangue delle battaglie) meglio conservata del mondo romano. Perfetta è anche la Maison Carrée un tempio riutilizzato in epoca cristiana come chiesa. All’interno viene proiettato un film sulla storia di Nimes, la romana Nemausus.
Il simbolo di Nimes, onnipresente in città, è un coccodrillo incatenato a una palma e ha origine nella moneta che venne qui coniata per celebrare la vittoria di Ottavio sull’ Egitto di Cleopatra e Antonio.
Ancora un’architettura romana, la Torre Magna, resto del vasto palazzo fortificato di Augusto. Per raggiungerla, su una collina in posizione panoramica, si attraversano i bei giardini della Fontana in cui si trova anche un tempio dedicato a Diana.
Partiamo alla volta di Belin Beliet, in Aquitania. Merita una sosta in autostrada la veduta sulla cittadina di Carcassonne. Arriviamo sulla costa atlantica.
3° giorno
Amo le colazioni in Francia, soprattutto nei b&b , con i croissants fragranti, le baguettes e le marmellate fatte in casa!
Dune du Pilat o du Pyla. Che dire, meravigliose! Sono dune altissime, vere e proprie colline di sabbia da scalare, lunghe 3-4 km, incastonate tra la pineta. I colori sono sgargianti, il beige della sabbia, il verde vivo della macchia mediterranea, il blu profondo dell’oceano. Il cielo qua è di un azzurro limpido e le nuvole bianche corrono veloci.
Arcachon. La cittadina più grande del Bacino di Arcachon, ampia insenatura dove il mare è calmo, soggetto all’alta e bassa marea, e le coste sono costellate di borghi ostricoli, dove si coltivano le ostriche, con le capanne in legno e le tante barchette. E’ un luogo di villeggiatura soprattutto per il francesi, celebrati dal film “Piccole bugie tra amici”. Facciamo un giro in barca verso l’Ile des oiseaux, in mezzo al bacino, con i suoi caratteristici capanni di pesca a palafitta, les cabanes tchanquées. Ci avviciniamo alla penisola da cui si affacciano delle bellissime villette circondate dalla pineta e le capanne dei pescatori.
Ad Arcachon giriamo per la Ville d’Hiver, splendido quartiere con case costruite quasi tutte nel 1860, sotto l’impero di Napoleone III che qui soggiornava, in uno stile definito « pittoresco », che ricorda gli chalet di montagna. La lottizzazione nacque come case di villeggiatura, anche invernale, salubre per la tubercolosi dato il clima, che all’epoca era considerato ideale, caratterizzato dal vento oceanico filtrato dalle pinete. Lo stile si è poi diffuso in tutta la cittadina.
4° giorno
Riserva ornitologica di La Teich. 6 km di sentieri che si snodano in una zona di stagni, dove l’acqua dolce e la salata si mescolano, e offrono un ambiente ideale per molti uccelli. La stagione per gli avvistamenti non è la migliore ma sono comunque molto numerosi ( spatole, piro piro, beccacce, aironi…).
Cena a Bordeaux, dovevamo arrivare nel pomeriggio ma il traffico verso la città è impressionante e facciamo una trentina di km di coda.
Bordeaux è molto bella e meritava più tempo. La cena, tutta a base di anatra accompagnata, qui è d’obbligo, dal bordeaux, ci ripaga però della fatica. Tantissimi ristoranti, locali, bella la cattedrale e splendidi gli edifici, ancor più suggestivi di notte, di Place de la Bourse.
5° giorno
La signora del b&b ci consiglia la visita del piccolo porto di Biganos. Consiglio prezioso, il porto è delizioso!
Andiamo sulla penisola e affittiamo le bici a Le jacquets. Le piste ciclabili sono meravigliose, ben tenute e in mezzo ai boschi. Arrivo a Cap Ferret. Saliamo al faro, bellissima la vista sull’oceano, sulle dune di Pilat, sulle barche in secca del bacino. Arriviamo sino in punta, sull’oceano e le spiagge circondate dalle dune.
Il ritorno è lungo…ma riconsegnamo in tempo le bici. Cena meravigliosa a Le Canon, in una cabane proprio sul mare, con vino bianco, ostriche, patè e conchiglie di mare, spendendo come per una pizza…
6° giorno
Lasciamo il bacino alla volta di La Rochelle, entriamo nella regione Poitou-Charentes. Mangiamo i nostri panini, brioches, macarones nel bel giardinetto del b&b http://www.lescalemarine.com/
La giornata è nuvolosa, la prima della vacanza, raggiungiamo il centro a piedi. Belle le vie con tanti negozi e palazzi in pietra chiara. La specialità del posto sembrano essere le sardine e ci sono splendidi negozi che vendono esclusivamente quello. Bella la Torre del grande orologio che porta al porto antico con i suoi imponenti torrioni di accesso, uno tra i più importanti della costa atlantica. Da esso partivano le navi per l’America e soprattutto per il Canada.
7° giorno
Nel b&b ci consigliano di visitare l’Ile de Rè con l’autobus, che è economico (il passaggio sul ponte con l’auto è piuttosto costoso) e si ferma in tutti i paesi. Anche questo è un ottimo consiglio, gli autobus passano ogni ora e sono puntualissimi. L’isola è meravigliosa, come il clima fresco e soleggiato e la vegetazione mediterranea.
La Flotte, uno dei Plus beaux villages de France, con le sue case bianche dagli scuri verdi o blu, la pianta di malvone, diffusa su tutta l’isola, i giardini circondati da alti muretti per proteggersi dal vento invernale, il mercatino.
Saint Martin de Rè, il capoluogo, dichiarata patrimonio dell’Unesco per le fortificazioni dell’arch. Vauban che la circondano. Tipici gli asinelli con le culottes, che ora sono folklore, ma che servivano da protezione per le zanzare quando raccoglievano il sale nelle saline. Bellissimo il piccolo porto.
Ars en Rè, anche questo Plus beaux villages de France, dal caratteristico campanile bianco e nero. E’ bello perdersi nelle viuzze pulitissime e ben pavimentate.
Saint Clement des Baleines. Le balene (nell’antichità si arenavano in queste spiagge) non le vediamo nemmeno dall’alto faro con la vista sull’oceano. Sulla punta, nell’acqua vicino alla spiaggia, c’è un antica cordolatura che fa da chiusa con l’alta e la bassa marea, imprigionando al ritiro dell’acqua pesciolini, conchiglie e crostacei. E’ bellissimo, con i tanti animali e gli uccelli che si trovano un banchetto pronto. Vorrei avere più tempo e godermi il tramonto e magari l’alba sull’oceano.
8° giorno
Salutiamo l’oceano e partiamo per la prima tappa di avvicinamento verso Clermont- Ferrand. Saliamo al Puy de Dome e arriviamo alla stazione, molto bella, in pietra lavica, da cui prendiamo il trenino che ci porta sulla cima, a circa 1450 m. La vista sui vulcani spenti e verdi dell’Alvernia, l’Auvergne, è suggestiva. Il verde è colorato dai tanti parapendii che partono da lì.
https://www.france-voyage.com/francia-guida-turismo/puy-dome-1383.htm
Cena a Clermont Ferrand, la città non ci entusiasma, a parte la cattedrale gotica in pietra lavica che con il buio diventa quasi nera, ed è resa spettrale dall’illuminazione.
9° giorno
Si riparte verso Puy en Velay. Arriviamo e saliamo all’haute ville. Chiese romaniche bellissime, anche queste in pietra lavica. Dal paese parte una delle vie del cammino di Santiago di Compostela, la via Podiensis. Mostre e luoghi di ritrovo per i pellegrini lo ricordano. Però non ne vediamo nessuno per tutto il giorno. Nella Cattedrale si venera la Madonna nera.
Anche questa zona è vulcanica ed è caratterizzata da strani pinnacoli che si ergono nella pianura. Su di uno, il più alto a metà dell’800 hanno costruito la statua in acciaio di Notre Dame de France che svetta rossa sull’azzurro del cielo. Da lì una bella vista sulla vallata.
Su di un altro pinnacolo, nel vicino borgo di Aiguilhe, la chiesa medievale di S.te Michel. Per visitarla attraversiamo il borgo, delizioso, con la bella chiesetta di St. Clair.
La Cappella di S.te Michel è stupenda, all’interno un colonnato in pietra e affreschi del XII sec, fuori intarsi in pietra. Ricorda un po’ una chiesa greco ortodossa.
Fa parte del percorso di pellegrinaggio devozionale a San Michele, che comprende anche Mont Saint Michel e la nostra Sacra di San Michele in Piemonte.
Giro notturno, visitando il paese dall’alto ci eravamo persi la meravigliosa facciata della cattedrale, patrimonio dell’Unesco.
10° giorno
Ultimo giorno. Visitiamo l’ultimo pinnacolo in pietra (il giorno prima avevamo comprato un biglietto cumulativo per tutti e 3), su cui si erge la fortezza di Polignac. Il paese è molto carino, con case in pietra scura. Sul pinnacolo c’è una vasta area piana dove ci sono i resti del castello e varie costruzioni in pietra.
Partenza, ricerca delle ultime viennoiseries per fare scorta e affrontare il rientro…
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